Biografia di Laika MCMLIV

Una maschera bianca e a una parrucca rossa ed una voce metallica distorta dai filtri e sotto il camuffamento  LAIKA MCMLIV (1954), che ama definirsi “un’attacchina romana”, una delle firme più misteriose apparse nel mondo borderline della street art.

Usa la maschera per esprimere la propria arte senza filtri, preservando la sua vita privata. Non è importante sapere chi c’è dietro la maschera: davanti c’è una donna che con ironia interpreta la realtà.  Che sia attraverso poster, murales, graffiti a stencil, paste up, collage o acrilico su tela, LAIKA affronta qualsiasi tematica, dalle più serie ed impegnate alle più leggere, in chiave ironica e disincantata, in un ambiente, quello della street art appunto, per lo più maschile, dove si agisce di notte, con protagonisti etichettati nei modi più contraddittori: artisti, attivisti, influencer, vandali.

Ha un’enorme valenza simbolica uscire ad “attaccare” la notte, prendermi la strada, da sola o in compagnia”

Con le sue opere l’artista sente di avere anche una forte senso di responsabilità: “Nel momento in cui si esprime un’opinione, verbalmente, per iscritto, con un disegno, bisogna capire che, per quanto in modo limitato, la nostra presa di posizione influenzerà qualcun’altro. Oggi mi sembra che troppe persone non sentano il peso della responsabilità di ciò che dicono, pensano o fanno. È un po’ quello che ho cercato di trasmettere nel Wall of Shame, uno striscione di 10 metri che ho attacchinato qualche settimana fa, composto da decine di commenti razzisti presi dai social. È un problema se tutti si vantano di dire ciò che pensano ma nessuno si vergogna di pensare ciò che dice

Il suo nome è un omaggio al primo essere vivente nello spazio a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2. … “Un po’ per gioco, perché un mio caro amico mi chiamava così quando era particolarmente irritato con me, ma principalmente perché puntare allo Spazio è diventato il mio mantra: vuol dire non porsi alcun limite ma anche poter guardare le cose da lontano, dallo Spazio, che per definizione è il luogo più remoto che esista, per vederle con maggior chiarezza. La maschera è questo: ciò che mi fa uscire dal mio mondo quotidiano e mi fa osservare quel che mi circonda con più calma e obiettività. Magari non ci riesco sempre, ma l’obiettivo è questo!”

Laika è spuntata all’improvviso a Roma una notte dell’estate 2019 e non si è più fermata. Tra i personaggi oggetto delle opere della Street Artist troviamo Daniele De Rossi a Testaccio, Matteo Salvini, Silvio Berlusconi, Greta Thunberg e Sonia Hang Zhou, Patrick Zaki e Giulio Regeni, Boris Johnson e Fidel Castro.

Per lei la strada è “la galleria d’arte più democratica del mondo: non si paga il biglietto, può accedervi chiunque, può essere recepita positivamente o negativamente. Una volta che un poster, una scritta, un murale sta per strada diventa di tutti e può rimanere intatto, essere vandalizzato, rubato o modificato”.. 

I miei “spesso sono stati strappati. Di uno, quello con Patrick Zaky e Giulio Regeni, una volta ho fatto una seconda versione, inserendo anche la silhouette dello sconosciuto che lo strappava. Ha acquistato potenza. Mi sono ispirata a Mimmo Rotella, uno dei miei miti”

… “Mimmo Rotella mi ha fatto amare la carta e l’idea del manifesto lacerato. Il suo décollage è fonte di ispirazione. La maggior parte dei miei modelli non corrispondono al mio linguaggio espressivo, ma trovo che conoscere il bello sia fondamentale per chi sta ancora sviluppando il proprio stile come sto facendo io. Non posso non nominare Banksy e Obey, che sono forse i nomi più conosciuti anche al grande pubblico. Sono appassionata di fumetti, da Milo Manara a Hugo Pratt, uno dei miei idoli, fino al mio concittadino Zerocalcare. È solo una piccola parte degli artisti che ammiro ma l’elenco potrebbe essere senz’altro più lungo. Sono tutti nomi molto diversi tra loro, con tecniche e stili dei più disparati, ma accomunati dal valore artistico”

Per quel che riguarda i luoghi, cerco spesso di trovare una cornice adatta al disegno. La relazione tra l’opera e il luogo dove essa viene realizzata o attaccata è molto importante. Il luogo dà forza al messaggio del disegno. Per esempio: l’Abbraccio di Regeni a Zaki non avrebbe avuto lo stesso senso se non fosse stato attacchinato davanti all’Ambasciata d’Egitto. Chiaro che non sempre è possibile una cosa del genere ma le location sono, nella maggior parte dei casi, parte integrante dell’opera.”

Della sua produzione dice “Sono convinta di produrre molto poco… Sto rimodulando un po’ la mia vita: cerco di dedicare sempre più tempo a questa attività per produrre di più e per crescere artisticamente. Ho una mia collezione personale. Di quella sono molto gelosa e per ora non la vendo. Alcuni collezionisti però mi chiedono tele su commissione: spesso apprezzo molto quando lo fanno perché significa che vogliono davvero l’opera nella loro collezione/nel loro appartamento. Sono contraria a svendere il mio lavoro. Nessuno dovrebbe farlo. Chi davvero vuole un pezzo unico investe. Con quei soldi ci finanzio altra arte…porto avanti il progetto.  Chi invece opta per un collezionismo più accessibile può acquistare le stampe autenticate a tiratura limitata.”

Le sue opere sono state esposte alla fiera di Lugano Wopart work on paper Extra Exhibition 2021 e sono spesso oggetto di pubblicazione da parte della stampa nazionale ed internazionale.

Laika, tra i vari eventi, ha partecipato, sempre camuffata, al primo Women’s Art independent festival, dedicato ai diritti delle donne e all’inclusione sociale. “Volevo parlare dell’immagine corporea della donna e dell’omologazione cui la società costringe tutte noi. Ho deciso di non mostrare mai il mio volto perché non voglio che il mio aspetto fisico influenzi il mio messaggio. L’immagine neutra di un alter ego inventato mi rende libera.”

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