Biografia di Lediesis

Le Lediesis, due anonime street artists fiorentine, che utilizzando la tecnica del paste up, al motto de “Il ruzzo salverà il mondo”, stanno tappezzando diversi centri cittadini italiani con eroine che fanno l’occhiolino, strabordanti di emancipazione, indipendenza e consapevolezza culturale, creativa, politica, scientifica, civica e che grazie ai social e a un notevole talento sono diventate delle star della street art.

Delle Lediesis non si sa molto ma poco importa, perché le loro opere parlano da sole e raccontano la storia delle protagoniste della cultura moderna e contemporanea, donne forti che si sono fatte eroine, che in un modo o nell’altro hanno, o stanno, rivoluzionando il ruolo della donna. E appaiono in finestre cieche o archi delle città più belle di Italia, sfoggiando sul petto l’inconfondibile “S”, il simbolo di Superman e perché no di Superwoman, abbinato ad un “occhiolino” di intesa che cattura l’osservatore. La scelta di usare la “S” di Superman e non la “W” di Wonder Woman è volutamente «a contrasto» con un simbolo di superpotenza «tradizionalmente maschile». Anche l’occhiolino ha un significato «politico»: come segno di sostegno reciproco e fratellanza, sta a significare che «anche tu che guardi sei come me, hai dei superpoteri». Sono diventate street artists coltivando l’idea di un processo creativo «capace di risvegliare le potenzialità nascoste».

E da lì il progetto «#Super8X8 Città»: fanno tutto moltiplicato per otto perché l’otto marzo è la Festa della Donna, perché è il numero simbolo del “l’infinito l’incommensurabile e l’indefinibile, il numero dell’eterno ritorno e della completezza, tutte caratteriste insite nella natura femminile”. Otto ritratti di otto donne in otto città:  a Venezia spunta una Super Peggy Guggenheim, l’ultima dogaressa, regina laica dell’arte contemporanea in Laguna; a Milano compare Alda Merini, la nostra più grande e tormentata poetessa; a Bologna, città della celebre Cineteca, sbuca la divina Marlene Dietrich; mentre a Firenze arriva Marina Abramovic, di casa nel capoluogo toscano; a Roma appare la regista premio Oscar Lina Wertmuller; a L’Aquila è la volta di Frida Kahlo, pittrice resiliente proprio come la città risorta dopo il terribile terremoto del 2009; a Bari si materializza una magnifica Maria Callas, protettrice del Teatro Petruzzelli, uno dei più accreditati palcoscenici della lirica italiana. Infine, a Napoli, l’ottava città scelta, con la camaleontica Yayoi Kusama, simbolo della sensibilità orientale postmoderna.

“Ci ha entusiasmato l’idea che mentre la maggior parte della popolazione tende a spingersi verso il nord, proprio come l’ago di una bussola, noi abbiamo invertito la rotta e dalle città settentrionali, tappa dopo tappa, ci siamo dirette verso sud, in questo luogo simbolico dove si affaccia una distesa di acqua generatrice di vita e prosperità, un mare amato e odiato, portatore di gioie e di sventure. Capriccioso, benigno, volubile, proprio come sono le donne”.

Ma la produzione del Lediesis non finisce qui, altri luoghi ed altre immagini di donne supereroine come Margherita Hack, “Super Sora Lella” a Trastevere, Sofia Loren, Anna Magnani, Rita Levi Montalcini, Vanessa Incontrada nella sua ultima posa nude-look, la giornalista Giovanna Botteri, Nefertiti, Beatrix Kiddo (Uma Thurman in Kill Bill), la Principessa Leila di Guerre Stellari, Barbie, Lara Croft, Eva Kant, Morticia Addams e non poteva mancare la Madonna.

Donne libere ed illuminate che danno un messaggio positivo, di crescita individuale che si riflette anche sulla crescita spirituale della società. Tutte riconoscibili da due segni-firma di queste artiste: la grande “S” di Superman sul petto e l’occhiolino di complicità. 

La volontà è quella di far capire che in ognuno di noi si nasconde un supereroe, soprattutto nel caso delle donne, che ancora oggi devono lottare per i loro diritti. Queste figure rappresentano la voglia di farcela dimostrando come l’arte sia il mezzo migliore per dimostrare il proprio valore.

“Indipendentemente da chi siamo, la cosa importante è condividere con il mondo, soprattutto attraverso la leggerezza, l’idea che dentro ognuno di noi risiedono dei superpoteri. Il superpotere di Lediesis è l’invisibilità” 

«Quello che ci muove è lo scopo di far riflettere ogni persona, che sia uomo o che sia donna. Non è che solo le donne, a cui dipingiamo la S sul petto, hanno superpoteri, li abbiamo tutti. E tutti sentiamo il bisogno di affermare noi stessi. Ma il primo passo è vincere tanti pregiudizi che ci bloccano in partenza. Anche nei confronti dello stesso sesso. Molto spesso noi donne non siamo per niente solidali tra di noi».

La street art tra tutti i tipi di arte è sicuramente quella più a contatto con il pubblico: potersi accorgere di un’opera durante una giornata qualsiasi, la avvicina drasticamente a chi la sta guardando ed “è un mezzo di comunicazione con un’energia incredibile. Il fatto che si realizzi per strada è un motivo in più per veicolare messaggi positivi. Gli street artists hanno una grandissima responsabilità perché sono sotto gli occhi di tutti”

Le opere sono tutte dipinti in acrilico su carta velina, prima realizzate e poi attaccate durante la notte.

Lediesis sono già apparse in varie esposizioni: la prima a Napoli, con la mostra “Superwomen 8 Donne x 8 Città” al MANN – Museo Archeologico Nazionale; per poi trasferirsi al Semiottagono delle Murate in collaborazione con il MAD – Murate Art District di Firenze. E poi a Lugano al Wopart work on paper Extra Time Exhibition 2021.

Recentemente Il misterioso collettivo di street artist ha realizzato, in collaborazione con la Fondazione Il Cuore si scioglie onlus, la campagna  #ilmomentoèadesso per la raccolta fondi dei progetti di solidarietà (alcuni anche nel Rione Sanità) e per cercare di dare un’opportunità a quanti non l’hanno mai avuta. Ispirandosi al famoso discorso di Martin Luther King , sono apparsi anche 7 Superhumans, persone che con la loro volontà hanno cambiato la storia.

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