Biografia di Mimmo Rotella

Domenico Rotella nasce a Catanzaro il 7 ottobre del 1918 da una famiglia della media borghesia, la madre ha un’avviata attività di modista con 12 lavoranti. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, nel 1945 si stabilisce a Roma, e lavora presso il Ministero delle Poste e Telecomunicazioni come disegnatore. A Roma inizia il suo percorso artistico come pittore figurativo proseguendo poi come pittore astratto-geometrico. Nel frattempo sperimenta la poesia fonetica, che egli chiama epistaltica e nel 1949 scrive il Manifesto della poesia epistaltica: i poemi epistaltici da lui composti si basano su un insieme di fonemi di sua invenzione e suoni onomatopeici evocativi. Partecipa al “Salon des Réalités Nouvelles” a Parigi e prende parte alla “III Mostra Annuale dell’Art Club” di Roma.

Tra il 1951 ed il 1952 Rotella partecipa a varie mostre e tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Chiurazzi a Roma. Ottiene una borsa di studio dalla Fulbright Foundation, grazie alla borsa si reca all’università di Kansas City (Missouri), dapprima come studente e dopo come artist in residence. Per l’occasione realizza un pannello murale per l’università, nella sala della facoltà di Geologia. Ritorna in Italia e si stabilisce a Roma in un atelier vicino a Piazza del Popolo.

Negli anni successivi, tornato a Roma, Rotella attraversa un periodo di crisi, durante il quale interrompe la propria ricerca, mentre continua a comporre poesia fonetica o epistatica. Comincia a comporre delle opere su tela su cui applica parti delle carte lacerate che strappa dai manifesti pubblicitari per la strada: nasce il décollage, che è il contrario del collage. Mentre il collage opera una sovrapposizione di immagini, il décollage opera una sottrazione dell’immagine mediante strappi, ed abrasioni delle figure. La particolarità del lavoro di Mimmo Rotella è che egli utilizza anche il retro del collage per cui nascono i “retro d’affiche“. Nei primi lavori Rotella utilizza le affissioni pubbliche scollandole dal loro supporto, generalmente di lamiera zincata, assemblandole su tela con pochi interventi di strappi che sono comunque non casuali ma eseguiti con voluta sapienza.

Tra il 1955 ed il 1960 espone per la prima volta a Roma i “manifesti lacerati” nella mostra “Sette pittori sul Tevere”, presso le Zattere del Ciriola a Roma e nella personale presso la Galleria del Naviglio a Milano, dove partecipa anche al “Premio Graziano 1955”. Partecipa poi a varie esposizioni collettive, esponendo le sue opere in numerose mostre e gallerie tra Londra, Zurigo, Milano, Venezia, Roma, Lubiana, Lima, Città del Messico, Tokyo e New York. A Roma, incontra il critico d’arte Pierre Restany, teorico del Nouveau Réalisme.

Nell’ottobre del 1960 Pierre Restany riunisce un certo numero di artisti, tra cui Jean Tinguely, Raymond Hains, François Dufrêne, Daniel Spoerri, Martial Raysse, Jacques Mahé de la Villeglé, Yves Klein, Arman, per fondare il gruppo del Nouveau Réalisme. Più tardi si uniranno anche César e Rotella. Continuano le numerose mostre tra Nizza, Milano, Roma, Parigi, Venezia, Londra e New York. Rotella passa in questi anni dall’astratto dei primi décollage al figurativo patinato, stile rotocalco, dove vengono esaltati quelli che sono i divi per eccellenza nell’immaginario popolare, Marylin su tutti e poi Mastroianni, Elvis, la tigre del circo, etc.

Rotella non si ferma però ai décollage, negli anni seguenti comincia a elaborare un procedimento di produzione seriale e sperimenta la tecnica del riporto fotografico su tela emulsionata chiamata comunemente “reportage” o “Mec-Art” insieme al critico d’arte Otto Hahn e al pittore Alain Jacquet. Questa dizione sta a significare che l’opera è ottenuta con mezzi meccanici. Nello stesso tempo Rotella elabora la tecnica dell”Artypos“. Questa tecnica consiste nel prendere le prove di scarto di avviamento stampa delle tipografie, spesso costituite da immagini sovrapposte, e di incollarle su tela. Alle volte dopo l’incollaggio queste tele vengono plastificate ottenendo un risultato più gradevole e accattivante.

Espone alla Galleria Apollinaire di Milano dove è presentata la prima monografia dedicata al suo lavoro. Partecipa alla XXXII Biennale di Venezia ed a varie prestigiose mostre internazionali. A Parigi, dove si stabilisce nel 1964, presenta una serie di opere realizzate con manifesti cinematografici.

Partecipa a Bruxelles all’esposizione collettiva “Hommage à Niecéphore Niepce” insieme ad Alain Jacquet, Gianni Bertini, Pol Bury, Nikos. Tutti utilizzano procedimenti fotografici per elaborare ‘meccanicamente’ una nuova immagine di sintesi. Mostra nel foyer del teatro La Fenice di Venezia i primi artypo, prove di stampa scelte e riprodotte liberamente sulla tela. Un procedimento con cui l’artista sovrappone le immagini pubblicitarie, con l’intento di reintegrare ciò che aveva precedentemente smembrato. Nel 1967 comincia a filmare insieme a César alcune improvvisazioni a sfondo erotico, che coinvolgono alcune attrici e il cui tema ricorrente è il mito di Leda e il Cigno. È l’anno in cui partecipa alla collettiva “Artypo” al Van Abbemuseum di Eindhoven, dedicata al rapporto tra arte e fotografia. Una delle sue Marilyn figura in “Hommage à Marilyn Monroe” alla Sidney Janis Gallery di New York. A fine novembre lascia il vecchio studio prima di partire per New York.  Nel 1968 Lawrence Alloway visita l’atelier improvvisato al Chelsea Hotel e invita l’artista a tenere una conferenza sulla sua tecnica creativa presso la School of Visual Arts di New York, in occasione della quale descrive la nascita del décollage. Il Ministro Georges Pompidou acquista una sua opera attraverso il mercante d’arte Samy Tarica.  Tra il 1970 e il 1972 intraprende vari viaggi e partecipa al “Festival del Nuovo Realismo” a Milano, durante il quale interviene su un muro di manifesti lacerati in Piazza Formentini, insieme con Christo, Arman, César, Tinguely, Dufrêne, Raysse, Niki de Saint Phalle, Spoerri. Nel 1971 si inaugura la mostra “Rétrospective Rotella. Décollages, Mec-Art, Artypo” alla Galerie Mathias Fels di Parigi. Nel 1972 viene pubblicata l’autobiografia dell’artista “Autorotella. Autobiografia di un artista” ed espone in varie gallerie. Nel 1973 Rotella realizza frottage (riproduzione del rilievo di un oggetto ricalcato su un foglio di carta in maniera da farne apparire la forma, intervenendo sulle pagine pubblicitarie delle riviste con l’impiego di solventi e riducendole allo stadio di impronta) e effaçage (immagine tipografica cancellata attraverso l’azione di un solvente) che espone alla Galleria Christian Stein di Torino e alla Galerie Marquet di Parigi con “Erotelique”. Nel frottage Rotella lavora con solventi al nitro, delle immagini tratte dalle riviste per poi trasferire queste immagini, ampiamente scolorite, su un foglio di carta bianco mediante ricalco; sul medesimo foglio trasferisce anche più immagini. Negli effaçage Rotella tratta con solventi delle pagine ritagliate dalle riviste per cui l’immagine subisce uno scolorimento fino alla scomparsa di parte di esso. Successivamente queste pagine sono incollate su tela.

Nel 1975 realizza le plastiforme, manifesti strappati inseriti in una teca sigillata in poliuretano. Esce un LP che raggruppa le poesie fonetiche dal 1949 al 1975. Nei mesi successivi espone in varie gallerie e mostre. Elabora una nuova serie di riporti fotografici a soggetto politico, incentrati su tematiche di politica e attualità, tra i quali un ritratto di Aldo Moro. Gli anni ’80 vedono tre nuove sperimentazioni di Rotella, e cioè i “Blanks“, le “Sovrapitture” e le “Lamiere“. Nel 1980 lascia Parigi, si trasferisce a Milano e qui elabora i blank (coperture), consistono in manifesti pubblicitari strappati e ricoperti con strisce monocrome di carta lasciando dei vuoti secondo la percezione artistica di Rotella. Intorno al 1984 comincia a dipingere il secondo ciclo dedicato al cinema, composto da pitture acriliche su tela e carta che riproducono manifesti cinematografici, esposto alla Galleria Marconi di Milano dal 27 settembre . E due anni dopo comincia a elaborare le sovrapitture che consistono in un intervento grafico o pittorico, elaborato dall’artista su un manifesto integro o precedentemente lacerato, sui décollage, utilizzando colori acrilici. Esegue una performance sulla lacerazione dei manifesti.

Nei primi mesi del 1987 dipinge su vecchi pannelli metallici, precedentemente utilizzati come supporto per altre opere.  Nel 1989 in occasione dell’esposizione “orientamenti dell’arte italiana .Roma 1947-1989” a Mosca conosce Inna Agarounova, che diventerà sua moglie. L’anno successivo approfondisce il tema della tridimensionalità con una serie di opere che chiama “sculture-architetture” o “lamiere”, décollage eseguiti direttamente sul supporto di due o più lamiere ricavate da pannelli pubblicitari e successivamente piegate, che sovente assumono la forma dei retro d’affiche presentate in occasione della personale “rotella. Sovrapitture” alla Galerie Beaubourg, Parigi. Partecipa all’importante mostra collettiva “Art et Pub” a Parigi e alla mostra “High and Low” al MoMA di New York. Nel 1991 si sposa con Inna Agarounova, i suoi testimoni sono Pierre Restany e Giorgio Marconi. L’anno successivo riceve l’onorificenza Officiel des Arts et des Lettres dal ministro della Cultura francese Jack Lang e nel 1993 è artiste en residence presso l’Ecole Nationale des Beaux-Arts di Digione.

Dopo varie mostre tra New York, Los Angeles, Parigi, Milano, Colonia e Monaco, nel 1997 dedica il ciclo di opere intitolato Felliniana al regista Federico Fellini e nel 1998 espone alla Galleria Fabjbasaglia di Rimini in una mostra dedicata a Federico Fellini.  La casa editrice parigina Fall pubblica la monografia “Mimmo Rotella” di Giovanni Joppolo. Il 25 marzo 2000 è costituita la Fondazione Mimmo Rotella per volontà dell’artista con l’obiettivo di raccogliere, catalogare e conservare le opere, i documenti, testimonianze del lavoro, della vita e della ricerca dell’artista. Ad ottobre del 2002, la Fondazione Mimmo Rotella, in collaborazione con Germano Celant, inizia il progetto di ricognizione delle opere e il reperimento dei materiali documentari al fine di ricostruire l’archivio dell’artista. Il 19 di aprile, su proposta del ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani, riceve la medaglia d’oro per le arti visive dal Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi.

Dai primi mesi del 2003 si dedica a una nuova serie di opere denominate da Pierre Restany Nuove icone, che uniscono alla tecnica del blank quella della sovrapittura. Con Tiziana Ghiglioni registra un adattamento jazz dei suoi poemi fonetici, pubblicato con il titolo “Rotella Variations”. Ad aprile si apre la personale “Mimmo Rotella. China Exhibition” e durante l’estate si inaugurano le personali “Schizzi e disegni. Mimmo Rotella 1940-1990”, dedicata a opere grafiche inedite, “Rotella”, in occasione della quale riceve il premio “Artista dell’anno”, e “Mimmo Rotella. Omaggio a Marilyn Monroe”. Negli anni successivi vengono organizzate numerose mostre personali e partecipa a diverse importanti collettive nel  mondo.
Il 19 maggio del 2004 riceve la Laurea honoris causa dalla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria. A settembre alla “61a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia” è presentato il documentario “L’ora della lucertola”, per la regia di Mimmo Calopresti, e prodotto in collaborazione con la Fondazione Mimmo Rotella.

Nel marzo del 2005 partecipa alla “XIV Quadriennale di Roma. Fuori tema/Italian Feeling”; in occasione della mostra, Pio Baldi, direttore generale per l’architettura e le arti contemporanee, gli consegna la medaglia d’oro alla carriera. Il 18 marzo si inaugura a Catanzaro la Casa della Memoria, la casa-museo che ospita un nucleo di opere della Fondazione Mimmo Rotella e una biblioteca dedicata al lavoro dell’artista e alle arti figurative contemporanee.

Mimmo Rotella muore a Milano, l’8 gennaio 2006.

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