Biografia di Wifredo Lam

Wifredo Lam (Sagua la Grande, 8 dicembre 1902 – Parigi, 11 settembre 1982). Pittore cubano, Wifredo Lam nacque a Sagua la Grande, un comune situato nella provincia cubana di Villa Clara, ottavo figlio di un ricco commerciante cinese ottantaquattrenne e di una madre di origini afro-europee. All’inizio dell’autunno del 1923 si imbarcò per la Spagna dove visse per 14 anni.

Sin dall’infanzia la natura lussureggiante di Sagua la Grande esercita su Lam un impatto sorprendente. Una notte del 1907 viene colto di soprassalto dalla strana ombra, riflessa sulla parete della sua stanza, del battito d’ali di un pipistrello. Più tardi descriverà l’episodio come il primo irrompere magico di un’altra dimensione dell’esistenza.

Nel 1916 Lam e una parte della famiglia si stabiliscono all’Avana. Wifredo si iscrive all’Accademia di Belle Arti “San Alejandro” dell’Avana, dove prosegue gli studi fino al 1923. È in questo periodo, durante il quale espone alcuni lavori al Salón de Bellas Artes, che matura la sua vocazione di pittore. Nel 1923 riceve una borsa di studio dalla municipalità di Sagua la Grande per poter studiare in Europa. Nell’autunno dello stesso anno, all’età di ventun anni, parte per la Spagna.

Il suo soggiorno in Spagna, che doveva costituire solo una breve tappa nel tragitto verso Parigi, dura invece 14 anni. Questo periodo è fondamentale per la formazione artistica di Lam. A Madrid egli entra in contatto con le idee e i movimenti dell’arte moderna e frequenta regolarmente il Museo Archeologico e le sale del Prado. Studia i grandi maestri della pittura spagnola, Velázquez e Goya, e rimane particolarmente colpito dalle opere di Bosch e di Bruegel il Vecchio. Scopre delle correlazioni sorprendenti tra l’arte occidentale e l’arte cosiddetta “primitiva

Nel 1929 sposa Eva Piris da cui ebbe un figlio. Nel 1931 Eva e suo figlio morirono di tubercolosi. Il dolore di Lam è immenso e troverà sfogo ed espressione in numerosi quadri raffiguranti il soggetto della madre con bambino. Lam si rifugia presso amici spagnoli ed entra in contatto con varie organizzazioni politiche. Nel 1936, con l’aiuto dell’amico Faustino Cordón, si unisce alle forze repubblicane nella lotta contro Franco. Disegna dei manifesti antifascisti e fornisce il suo contributo alla lotta lavorando in una fabbrica di munizioni. La violenza dei combattimenti ispira il grande dipinto intitolato La Guerra Civil.

Nel 1938 Lam lascia la Spagna alla volta di Parigi, poco prima della sua partenza incontra Helena Holzer, che nel 1944 diventerà sua moglie. È di questo periodo l’incontro decisivo con Pablo Picasso che introduce il suo nuovo “cugino” agli amici pittori, poeti e critici d’arte: Joan Miró, Fernand Léger, Henri Matisse, Paul Éluard, Georges Braque, Leiris, Tzara, Kahnweiler, Zervos. Lam incontra anche Pierre Lœb, proprietario della Galerie Pierre a Parigi, dove nel 1939 si tiene la sua prima mostra personale. Poco prima dell’arrivo delle truppe tedesche, Lam lascia Parigi per Bordeaux, quindi per Marsiglia, dove molti dei suoi amici, per lo più surrealisti, si sono raggruppati attorno ad André Breton a Villa Air-Bel: Pierre Mabille, René Char, Max Ernst, Victor Brauner, Oscar Domínguez, André Masson, Benjamin Péret.  Qui Lam si mette all’opera e realizza, in particolare, una serie di disegni a inchiostro, anticipatori di quelle figure ibride che caratterizzano la sua cifra stilistica e che troveranno piena maturazione nel corso del soggiorno cubano dal 1941 al 1947.

Tra il gennaio e il febbraio del 1941, Lam illustra il poema di Breton Fata Morgana, che viene censurato dal governo di Vichy. Il 25 marzo, Lam e Helena Holzer si imbarcano sul piroscafo “Capitaine Paul-Lemerle” in compagnia di altri 300 artisti e intellettuali alla volta della Martinica. André Breton e Claude Lévi-Strauss sono tra questi. Al loro arrivo i passeggeri vengono internati per quaranta giorni a Trois Îlets. È durante questa tappa forzata, prima del rientro a Cuba, che Lam e Aimé Césaire si incontrano e stringono amicizia.

Di ritorno nel suo paese natale dopo circa vent’anni anni di assenza, Lam approfondisce la sua ricerca artistica e le infonde nuova linfa attingendo al mondo della sua infanzia e della sua giovinezza. Sua sorella Eloisa, a cui è molto legato, gli fa conoscere nel dettaglio i rituali afrocubani, a cui egli comincia ad assistere in compagnia di alcuni amici. Lam afferma e consolida il proprio stile arricchendolo di elementi della cultura afrocubana e arriverà a dipingere più di un centinaio di quadri, tra cui La Jungla, facendo del 1942 l’anno più produttivo di questo periodo. Negli anni successivi si susseguono una serie di mostre negli Stati Uniti, all’Institute of Modern Art di Boston, al MoMA di New York e alla Galerie Pierre Matisse, dove La Jungla viene presentata per la prima volta, suscitando scandalo.

Nel 1946, Lam e Helena soggiornano a Haiti e assistono a cerimonie vudù assieme a Pierre Mabille e André Breton. A proposito della sua esperienza haitiana, Lam dirà: «Si crede a torto che la mia opera abbia preso forma definitiva a Haiti. Il mio soggiorno laggiù l’ha soltanto ampliata, al pari dei soggiorni in Venezuela, in Colombia, nel Mato Grosso brasiliano. Avrei potuto essere un buon pittore dell’École de Paris, ma mi sentivo come una lumaca fuori dal guscio. Ciò che davvero ha ampliato la mia pittura è la presenza della poesia africana».

Lam si reca dunque a New York, dove rivede Marcel Duchamp e fa nuove conoscenze: Jeanne Reynal, James Johnson Sweeney, Arshile Gorky, Nicolas Calas, Roger Wilcox, Mercedes Matter, Ian Hugo, Jesse Fernández, John Cage, Sonia Sekula e Yves Tanguy. Verso la fine degli anni ’40 Lam si divide tra l’Europa, l’Avana e New York, dove con Helena soggiorna da Pierre e Teeny Matisse e da Jeanne Reynal. Frequenta numerosi artisti, tra cui Noguchi, Hare, Motherwell, Pollock, Asger Jorn e il gruppo surrealista dissidente CoBrA.

A partire dal 1947 lo stile di Lam si evolve. L’influenza dell’arte oceanica si mescola a quella dell’arte africana e la presenza di elementi esoterici si fa più dominante. Il suo lavoro assume un rilievo internazionale con pubblicazioni in riviste prestigiose, quali «VVV», «Instead», «ArtNews» e «View», e con mostre negli Stati Uniti, a Haiti, a Cuba, in Francia, Svezia, Inghilterra e Messico, a Mosca e a Praga.

Dopo il divorzio da Helena, nel 1952 Lam si stabilisce a Parigi. Nel 1955 incontra l’artista svedese Lou Laurin, che sposerà nel 1960. Gli viene conferito il gran premio del Salone dell’Avana. Nel 1958 viene nominato membro della Premio Guggenheim nel 1964.

Nel corso degli anni ’50 Lam, pur continuando a intrattenere strette relazioni con l’ambiente artistico cubano, lavora con artisti del gruppo CoBrA e dell’avanguardia italiana. Si unisce anche a diversi movimenti artistici del dopoguerra, quali il movimento «Phases» e quello dei Situazionisti.

Nel 1954 Lam conosce i poeti Gherasim Luca e Alain Jouffroy. Si reca anche in Italia, ad Albissola, dove per iniziativa di Asger Jorn e Édouard Jaguer viene organizzato un incontro internazionale di scultura e ceramica. Vi partecipano Appel, Baj, Corneille, Dangelo, Fontana, Scanavino e Matta. Incoraggiati dal mercante d’arte Carlo Cardazzo, gli artisti trasformano il piccolo villaggio della costa ligure in un luogo di incontro e sperimentazione artistica per tutto il periodo che va dalla fine degli anni ’50 alla fine dei ’60. Per Albissola Marina, Lam ha anche eseguito un disegno per la realizzazione di un mosaico della celebre Passeggiata degli artisti.

Durante gli anni ’60 l’opera di Lam riflette un crescente interesse per l’incisione. In collaborazione con poeti e scrittori, realizza numerosi portfolio di grande formato, stampati in diversi celebri laboratori di incisione, tra cui quelli di Broder, Mathieu e Upiglio: La terre inquiète di Édouard Glissant (1955), Le voyage de l’arbre di Hubert Juin (1960), Le rempart de brindilles di René Char (1963), Apostroph’Apocalypse di Gherasim Luca (1965), L’Antichambre de la Nature di Alain Jouffroy (1966), Annonciation di Aimé Césaire (1969). L’incontro con il maestro stampatore Giorgio Upiglio, nello studio Grafica Uno di Milano, inaugura un periodo di intensa creatività che si protrarrà fino alla morte di Lam nel 1982.

A partire dal 1964, Lam si divide tra Parigi e Albissola Marina, in Italia, dove allestisce uno studio nella sua nuova casa. Lam stringerà amicizia con numerosi scrittori e artisti e la sua opera verrà celebrata in numerose mostre e retrospettive di rilievo internazionale.

Lo stile di Lam è la somma delle numerose correnti pittoriche incontrate durante i suoi lunghi viaggi: le sue opere sono caratterizzate da tratti simili a quelli dei graffiti primitivi ma si mescolano anche leggeri influssi cubisti, il tutto mescolato in un’atmosfera surrealista. Il quadro più famoso e rappresentativo di Lam è La giungla (1942).

Ebbe il merito di essere stato il primo artista non bianco a vantare un riconoscimento ufficiale all’interno della storiografia dell’arte occidentale. Considerato, insieme a René Portocarrero, il maggior artista cubano, è stato esponente del movimento chiamato “Negrismo“.

Morì a Parigi, Fidel Castro in accordo con la moglie esaudì il desiderio di Wifredo Lam di essere sepolto a Cuba, creando anche il MUSEO WIFREDO LAM all’Avana. 

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